Rompicapo

Sono lì, conscio di voler risolvere un intricato eppure semplice gioco.
E' un gioco antico, certo, però pochi riescono a risolverlo bene... o in tempo breve. Noto, allora, che l'inganno più sottile sta nei colori. Sembrano tutti luccicanti, accattivanti e facilmente sei indotto a credere che sia più bello tenerli mescolati che disposti separatamente per ogni faccia. Consideri tutto uno nell'indifferenziazione, non relativizzi e non t'accorgi che il gioco consiste nel valutare ogni campo a se stante, come l'unico luogo corretto nel quale far confluire il rosso, il verde, il bianco, il blu, l'arancione... il giallo!
Finchè i tuoi occhi stanno attaccati a quell'intricato groviglio tutto ciò non traspare. Il trucco l'ho scoperto casualmente: mentre prendevo il caffè lo guardavo da lontano, posto sul tavolo, sornione e mi vedevo girare in tondo su esso giungendo alla stessa posizione ogni volta... e tutto mi è apparso chiaro! L'obiettivo non era un variegato di colori ma un'uniforme distribuzione. Anche il desiderio di veder mescolati i colori veniva appagato da lontano per il semplice motivo che da quella distanza riuscivo a scorgere tutte le facce. A quel punto tutto è stato semplice: la ragione conosceva l'ordine, l'emozione sosteneva nel desiderio di vedere finalmente tutti i colori, non solo una parte, e tutto questo avrebbe liberato la mia vita da quel tempo passato a cercare qualcosa di cui non avevo esatta cognizione fino a qualche minuto prima.
Ora, so benissimo arriverà il momento in cui sarò tentato dal mescolare tutto ancora, ma più forte diventa il desiderio, l'aspirazione, di mettere ogni colore nel giusto luogo riconoscendo sempre la migliore posizione.

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