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Costantemente faccio esperienze, vedo cose, ascolto suoni, provo sensazioni e, per tutta la vita, credo queste mi accompagnino fedeli a come le ho incontrate.
Se mi soffermo un po sullo splendido carattere che aveva la mia prima fidanzatina, ad esempio, mi accorgo che non mi è rimasto il suo volto impresso. Allora mi sforzo e qualcosa in me raccoglie dati partendo dai suoi modi, ricompone le sue labbra, i suoi occhi, le sue espressioni. Inizio a sentire la sua voce, percepisco i cambi di tono, l’inflessione, il lieve risolino d’imbarazzo quando mi mostravo più audace…e poi mi ricordo che non aveva affatto quel carattere. Non c’entra niente quel carattere con quello che è impressionato nella mente. Quello che rammento è quello che desideravo lei avesse, non quello che aveva!
Il colpo di genio nei formati compressi come il JPG è che si sfrutta un limite funzionale, strutturale, dell’occhio umano che percepisce più la differenza di luminosità che tra colori. Pertanto, se non c’è una certa luce, non percepiamo certi colori. Allora è bastato pensare un modo per eliminare le informazioni non necessarie sui colori e sulla luce per poi ricostruirli artificiosamente al momento opportuno tramite complessi algoritmi quantistici che m'è complicato persino trascrivere. Conservare quindi poche tracce reali dell’immagine, affidandosi a una mappa che consenta di ricostruire in seguito “fedelmente” il tutto… il resto lo fanno i nostri occhi.
Allora mi chiedo:” E se ricordassi erroneamente anche il viso?” Allora avrebbe avuto un altro carattere probabilmente! Il panico sembra prendere il sopravvento: tutta la mia vita è così. Quante volte ho etichettato come smemorato qualcuno che ha messo in dubbio le mie reminescenze? Vorrebbe dire che tutto ciò che mi appartiene interiormente è solo frutto di una matrice falsata da desideri indotti?
La cosa interessante degli algoritmi di compressione è che, sfruttando questi limiti dell’uomo, rendono più fruibili i contenuti. Meno frequenze più canzoni, più canzoni più varietà di ascolto, più varietà di ascolto più esplorazione.
Ricordo ancora ogni singola parola di "Questione di feeling" di Mina perché mia madre la metteva e rimetteva di continuo. Oggi non riesco cantare due strofe di fila delle canzoni che mi prendono di più… forse perchè concedo poco più del primo ascolto, non so. Meno analisi, molto fast food e io, invece, adoro lo slowfood… specie se in ottima compagnia.
Onestamente non so che emozioni potrei provare se gli occhi della donna che amo avessero la luce più spenta da non poterne percepire il reale colore; se la sua voce non avesse quelle tonalità e frequenze che la rendono unica, se il suo odore dovesse venire eliminato perché non utile e dovesse essere privata di tutto quello che non è standard.
La vera differenza, dicono, tra un file originale e il suo formato compresso sta nei dettagli che sono percepibili, nel caso di un’immagine, solo ingrandendola tante e tante volte. L’originale presenterà i particolari, la copia compressa alcuni pixel indefiniti: accettabile pare... per chi?
Tutto ha sempre avuto un tempo in questo mondo. Ora i tempi sembrano un po più corti quindi se dopo un tempo le cose sono pixellose non c’è problema… basta cambiarle. Forse sono pigro, all’antica, ma non mi piace più quest’idea del fast food! Amo gustare lentamente le cose, voglio guardarle sempre più nel dettaglio… sempre più! Prendete un bellissimo occhio, profondo, pieno di luce, con le sue paure e le sue passioni! Entrateci dentro sempre più…scoprirete l’anima e magari ve ne innamorerete!

I maestri antichi sfruttavano le imperfezioni dell’occhio umano per trasferire, attraverso l'arte figurativa, concetti universali e oggettivi di armonia e di perfezione
Noi però funzioniamo come il ricordo della mia prima fidanzatina, come gli algoritmi di compressione, eliminiamo ciò che reputiamo inessenziale, appiattiamo, utilizziamo matrici di altri ricordi per ricostruire ciò che non rimembriamo, ci spaventiamo del presente e del futuro utilizzando dolori ed errori del passato... macchine dai software apparentemente efficienti al costo di un rozzo funzionamento.

Cercherò armonia e perfezione, quindi amore, in questo silenzio esaustivo!

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