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Visualizzazione dei post da luglio, 2012

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Mi rilasso Resto in ascolto di questo silenzio imbrigliato dalle maglie del quotidiano Lo sento distante, poi giungere e sedersi comodo in me. Il brusio, inarrestabile, inizia a ovattarsi. Resto lì, in un luogo di pace a cui anelo A cui ognuno, nel pianto e stridore di denti, aspira inconsapevolmente. Qui vedo l'affanno che spesso mi circonda, mi pervade e avvinghia in una spirale fatta di tensione, bisogni e timori che celano l'unica, antica, paura. Tutta questa importanza che a ciò diamo, la fuga costante dalla porta che conduce alla vita, si palesa in tutta la sua inutilità. Scorrono i millenni e tutto lentamente cambia.  Mentre travolti da un delirio di onnipotenza ci alterniamo, i fiumi scorrono, le montagne attendono, le foreste si rinnovano e il sole brucia.  Incuranti di noi che solo nell'Eternità troviamo ristoro Che in essa vinciamo la morte Per essa andiamo oltre il tempo. Quale missione mi tiene qui se non portare frutto, libero dall

Miasmi evolutivi

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Ci sono giorni in cui è fondamentale iniziare senza lavarsi. Soprattutto se è caldo e la notte ti sei rinfrescato nell'umido del sudore che impregna le lenzuola. L'odore della tua pelle arriva a prendere consistenza nell'ambiente, attraversando le stanze senti e ti senti vivo. Col passare delle ore le normali attività della giornata scorrono insieme alle gocce del sudore che rendono madido il corpo e ti rammentano l'animalità della tua sessualità. I pensieri scorrono dietro le associazioni meccaniche che l'odore sempre più intenso porta a zonzo per le stanze viste e riviste della memoria. Un sottile piacere pervade la pancia nell'espletare i bisogni fisiologici che aggiungono aromi a un ambiente sempre più personalizzato. E' in quel momento che senti di avere finalmente reso unico e personale un luogo in questo pianeta devastato dall'omologazione e dal bisogno di accettazione, dal terrore di rimanere soli e da un senso di orfanezza che ha piegato 

Chi sei tu?

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Sabato ho incontrato due bambini Appena mi hanno visto hanno iniziato a chiamarmi con un altro nome Il loro papà ha fatto notare loro che si sbagliavano Insistevano Anche il papà provava a fargli notare che nulla avevamo in comune io e la persona che credevano fossi. Sorridevo Di fronte all'insistenza del papà hanno iniziato a dirmi: "Tu sei Marco!" E io:"No...sono Alessandro" "Tu sei Marco!" fa l'altro Continuavo a sorridere "Sei non sei Marco chi sei allora?" Vano il tentativo di ripetere il mio nome la loro risposta era sempre:"No! Chi sei tu?" Un martello ininterrotto, come se fossero sordi. Ho iniziato a provare fastidio, la petulanza di quei bambini ostinati faceva stridere in me qualcosa. Mi sono scoperto, a un certo punto, stanco e quasi disperato nel tono: "Non sono Marco... Sono Alessandro..." Dopo un tempo, il loro sguardo immobile e per nulla convinto, mi ha fatto capire