Prigione
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così sbircio dalle sbarre la condizione a cui tendo.
Non già con rimprovero mi osservo
ma lucido rammento la necessità di andare oltre un me che mi rinchiude pavido tra le mura della fredda paura della solitudine.
E non già la mente, nè il corpo, frena l'ascesa
quanto l'imbavagliata emozione dell'accoglienza che è madre di ogni aspirazione.
Muto osservo il divenire nella speranza certa che ogni cosa ha un tempo e così sarà anche per lo spuntar di nuove ali
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