"Possiamo chiudere con il passato, ma il passato non chiude con noi." Questa frase che W. Shakespeare inserì nel mercante di Venezia accomuna l'uomo in modo universale. La differenza per la propria vita la fa proprio acquisire la capacità di accogliere il passato senza che scalfisca il nostro presente. A volte arriva come miele dolce che lenisce vecchie ferite. Altre come un uragano che tormenta le pareti del cuore mettendo a dura prova quanto stai costruendo. Infine, sottile, giunge subdolo e anonimo ma perfettamente riconoscibile. Ciò che rende felice il cuore è conoscere il luogo che abita. La visione distorta della mente fornisce quanto è più utile alla sofferenza. Ma se il cuore sa di trovarsi nel luogo a lui deputato nulla lo sposta. Ho amato? Ho sofferto per questo? Chi può saperlo se non solo lui? Eppure, spesso, ci arroghiamo il diritto di sapere più degli altri che di noi stessi. Giudici, censori, fustigatori... fuori e dentro noi essi si agitano eppure immobili
Commenti
Ma non mi piace la sterilità:se hai da lasciare qualcosa fallo...altrimenti un buon viaggio.
Noi non possiamo dire "Io sono"...altrimenti ogni cosa detta sarebbe fatta.
Non credi?
Gli strati profondi sono appunto l'essenza e non la personalità...l'essenza è ciò che ti consente di sentire.
Riguardo la mia confusione credo tu sia fuori strada:traspare una certa chiarezza sulal condizione.Porsi domande, squarciare il velo dell'illusione destabilizza chi vuole mantenere certezze non chi è alla ricerca della verità
Un po come in Matrix...sta a te prendere la pillola blu o la pillola rossa una volta vista la verità!
Sono sereno
Altrimenti cosa dovrebbe essere un muro del pianto?